Do as I say, not as I do

Gambache? Gambarogno!

Gambarogno: idilliaco comune di confine spalmato sulle ridenti rive del Lago Maggiore, un abitante ogni 10'000 m2 circa, principalmente conosciuto per le meravigliose colonne che si creano tra Riazzino e Cadenazzo, generalmente sminuito a “in faccia a Locarno” quando si tratta di rispondere alla fatidica domanda “dove abiti?” posta da un tuo conoscente qualsiasi.

Nei suoi dati generali è descritto come “snodo tra i poli urbani di Bellinzona e Locarno” ma in realtà se non fosse per la cantonale che attraversa Contone e un pezzo di Quartino, chi si sposta tra questi due poli urbani del Gambarogno vedrebbe ben poco. Un Comune che “grazie alla sua dimensione e alle competenze per affrontare la complessità delle problematiche di oggi, apre nuove prospettive in ambito territoriale, socioeconomico e istituzionale”. Il suo motto? Gambarogno: un comune da vivere. Da quasi un anno inoltre porta con fierezza il label Città dell’energia all’occhiello. Chi ci abita ha sicuramente notato la parziale introduzione dei LED per l’illuminazione pubblica, un piccolo passo di un lungo percorso che prevede il “risanamento del parco immobiliare ereditato in sede aggregativa, [il] miglioramento dell’offerta dei trasporti pubblici e pure [il] potenziamento delle infrastrutture per la mobilità lenta.”

Le autorità alla consegna del prezioso label, lo scorso giugno (Foto: G. Barberis)

Al Gambarogno si accenna quando si tratta di fare gossip sulle vacanze ticinesi di Doris Leuthard e quando si parla di cantieri ferroviari - voluti per aumentare il transito di merci da e per l’Italia, non per aumentare la frequenza dei treni viaggiatori -. Se ne sarebbe potuto parlare anche durante il recente sciopero lacustre indetto dai Pirati della NLM (Navigazione Lago Maggiore). Invece no. Caduto in piena stagione turistica si è parlato dei disagi sofferti dalle Isole di Brissago e il problema è sempre rimasto dall’altra parte del lago, come se questo non avesse che una sponda. Le acque parevano essersi calmate con l’avvio delle trattative per la creazione di un Consorzio che avrebbe rilevato l’attività e i dipendenti scioperanti.

Lo striscione sul pontile (Foto: ticinolibero.ch)

E poi bam, regalino di Natale in ritardo: due giorni prima che la NLM abbandonasse il bacino svizzero si scopre che in realtà, a partire da gennaio 2018, di battelli tra Magadino e Locarno - unica tratta invernale - non ce ne saranno né di italiani né di svizzeri. Le “competenti” autorità italiane non hanno inoltrato alla SNL (Società Navigazione Lago di Lugano) i permessi per esercitare anche sul Lago Maggiore. Questi sono attesi “entro due mesi”. Con un comunicato il Governo consiglia ai pendolari dal Gambarogno da tacàss al bus e al treno, e “auspica che [il Consorzio] possa prendere servizio al più presto, risolvendo gli inevitabili disagi che si creeranno nella fase di transizione”.



Traduciamo. I liceali gambarognesi arriveranno puntualmente in ritardo di dieci minuti ogni mattina. Prendendo l’Autopostale 329 fino a Cadenazzo e il Tilo S20 arrivano infatti alle 7.57 in stazione a Locarno, a circa due chilometri dal Liceo, una passeggiatina di venticinque minuti. Terminando le lezioni alle 15.35 invece di arrivare a casa alle 16.47 potranno arrivarci soltanto alle 17.47. Se invece finiscono alle 17.15 c’è da sperare che riescano ad arrivare in stazione per le 17.35 perché se no arrivano a casa alle 19.47.

Le opzioni di ritorno da Locarno al Gambarogno
Stamattina mio fratello ha comunicato alla sua docente di classe che per i prossimi due mesi sarebbe sempre arrivato in ritardo alla prima lezione del mattino. Questa gli ha gentilmente consigliato di prendere il bus prima - che lei probabilmente non sa quando parte -. Vorrebbe dire partire alle 6 di mattina per cominciare le lezioni alle 8.10, neanche abitassimo a Sonogno, imbrugati in fondo alla Valle Verzasca. Disagio.


Gli utenti gambarognesi del battello per recarsi nel capoluogo del loro distretto ci metteranno ora una comoda oretta e venti (due ore e trenta circa andata-ritorno), grazie agli utilissimi trenta minuti d’attesa alla modernissima stazione di Cadenazzo - 15m2 di sala d’attesa che hanno lo stesso odore di una gabbia per conigli -. Un percorso tra l’altro che si sorbiva già chi era in possesso di un poco economico abbonamento generale - che la società di navigazione italiana non riconosceva - e che si spera verrà riconosciuto dal neonato Consorzio. Disagio.



A meno che. A meno che non ci comportiamo da staterello statunitense e saltiamo in macchina ad ogni occasione. Dopotutto, in auto la grande Locarno dista solo venticinque minuti dal centro del Gambarogno. Ora che abbiamo sostituito le vecchie lampadine con i LED possiamo dimenticare i mezzi pubblici ed approfittarne per girare sempre in automobile, no? Tanto il Comune, nonostante le belle parole ecologiche, sembra proprio non interessarsi al problema: nessuna comunicazione sullo sportello virtuale, nessuna comunicazione a tutti i fuochi, nessuna presa di posizione ufficiale su questo garbuglio, nessun occhio di riguardo per quei santi pendolari che scelgono i mezzi pubblici invece che l’automobile. Verrebbe quasi da pensare che la tratta lacustre non rientri nel sopracitato miglioramento dell’offerta dei trasporti pubblici, ma che sia solo considerata trasporto turistico per i nostri amici confederati che scendono al sud per trovare un po’ di sole.

Ma indignatevi un po’ caro Comune! In questi tempi bui, di cambiamenti climatici, di svolte energetiche, di corsa ai label, di raddoppiamento binari, fate sentire la vostra voce e sostenete questa opzione di trasporto pubblico che permette di liberare le vostre strade da qualche auto. Viziatelo, proteggetelo, potenziatelo! La salvaguardia dell’ambiente passa sì dai LED e dai centri di raccolta differenziata, ma fate venir voglia alla gente di prendere i mezzi pubblici! 
Chiedendo informazioni in Cancelleria mi sono imbattuta in un’impiegata che non sapeva nemmeno cosa fosse il Tilo. Per carità fiöö, predicate bene ma imparate a razzolare come si deve anche! Bello che il signor Ponti sia stato designato per coordinare il gruppo di lavoro sulla navigazione: sicuro il battello lo usa tanto e capisce i problemi di chi si sposta con i mezzi pubblici. Togliendo il treno IR che scendeva da Basilea a Locarno, a Cadenazzo è rimasto un buco di mezz’ora nelle coincidenze dal Gambarogno a Locarno e probabilmente non ve ne siete nemmeno accorti - quanti di voi prendono i mezzi pubblici? - Lo sapevate che bastava anticipare gli orari degli Autopostali di quattro/cinque minuti per risolvere questo problema? 

Caro Comune, Città dell’energia, salvaci i trasporti pubblici e ti salveremo il pianeta.  


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